Chiedimi se sono felice
Il 20 marzo è stata la Giornata Mondiale della Felicità.
Avevo pensato di scrivere un post in merito perché, si sa, essere felici è una bella cosa.
Purtroppo in questi giorni nella mia famiglia c’è stato un lutto e quindi pensavo proprio di non riuscire a parlare di questo argomento. E invece eccomi qui, più motivata di prima. Perché in questi giorni di triste commiato, a parte un primo momento di tristezza e sconforto per una morte improvvisa, non ho avuto pensieri tristi ma felici.
Sì proprio felici perché sono riuscita, senza alcuno sforzo tra l’altro ma in modo del tutto spontaneo e naturale, a far emergere dolci ricordi legati alla mia infanzia e ai momenti trascorsi con mio zio. Momenti belli, che racchiudono proprio l’essenza della felicità.
E così salutarlo per l’ultima volta è stato più lieve, più dolce. Ho avuto maggiore consapevolezza che la sua ultima sofferenza terrena ha avuto fine e ora potrà continuare a divertirsi con gli angeli.
Perché la felicità, quella vera, è fatta di piccoli momenti e di piccole cose. Di ricordi, di attimi rubati a una vita sempre più triste e nella quale siamo sempre alla ricerca di quel qualcosa in più, che poi alla fine non ci dà niente, anzi a volte toglie.
E allora impariamo a essere felici di quello che abbiamo. Impariamo a vedere il bello in tutto ciò che ci circonda e a non essere sempre insoddisfatti.
La Giornata Mondiale della Felicità è stata istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite perché “… la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità …”
È nostro scopo quindi …
essere felici o quanto meno provarci. A volte non ce ne rendiamo conto perché pensiamo sempre che la felicità abbia l’aspetto di qualcosa di grandioso come, per esempio, la vincita alla lotteria.
Ma se impariamo a guardare meglio, affinando la vista, possiamo vedere che la felicità, quella vera, è lì vicino a noi. Si può essere felici quando ci si sveglia al mattino e si scopre una splendida giornata piena di sole. O quando vediamo il sorriso di nostro figlio o stringiamo la mano di nostro marito.
Concludo facendo mie le parole di François René de Chateaubriand: “La vera felicità costa poco: se è cara non è di buona qualità”.
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