Rosa non è il colore delle femmine

boy or girl

Rosa non è il colore delle femmine

Rosa uguale bambina

Azzurro uguale bambino

Questa combinazione è ormai universalmente accettato o meglio è una scelta che spesso facciamo in automatico ma non è sempre stato così.

Il rosa inizia a essere un colore ‘di moda’ nel 1700 ed era svincolato da attributi di genere: anzi era molto più usato dai bambini in quanto era una tonalità più chiara del rosso, colore dei guerrieri, degli eroi e dei combattimenti. Mentre il blu e l’azzurro erano visti come colori più delicati e per questo molto usati per le bambine.

Addirittura nel 1918, l’Earnshaw’s Infants’ Departmentuna rivista specializzata in abbigliamento per bambini, specifica che:

La regola generalmente accettata è rosa per i maschi e blu per le femmine. La ragione sta nel fatto che il rosa, essendo un colore più deciso e forte, risulta più adatto al maschio, mentre il blu, che è più delicato e grazioso, risulta migliore per le femmine.

Difficile è capire come si è arrivati a questa odierna distinzione nei colori: sicuro è che dagli anni ’40 le industrie hanno iniziato a produrre indumenti azzurri per i maschi e rosa per le femmine. Gli uomini iniziano a indossare colori più scuri, più legati al mondo degli affari, e la donna, ancora troppo relegata tra le quattro mura domestiche, si avvicina sempre più ai colori chiari, come il rosa appunto.

L’arrivo della Barbie negli anni ’50 consolida ancora di più questa tendenza.

Alessandra Mura di La Bottega della Strega ha scritto un articolo proprio su questo tema:

 … non si tratta di tradizione, ma di stereotipo. Di una sorta di chiusura per cui i colori devono identificare, etichettare.
Ma se non ripetessimo costantemente ai nostri bambini e bambine che questo o quel colore sono da maschi o da femmine, loro cosa sceglierebbero? molto semplicemente, la tonalità che più amano, o che gli suscita emozioni o sensazioni positive.
Al contrario, così facendo non facciamo altro che rafforzare gli stereotipi e i pregiudizi secondo cui ci sarebbero ruoli e competenze adatti solo ai maschi o solo alle femmine.
In troppe case resiste l’assurda abitudine per cui le faccende domestiche e la cura dei figli sono completamente delegate alle donne della famiglia, giusto per dirne una; i libri di testo nelle scuole italiane sono ancora lontanissimi da quella che dovrebbe essere un’educazione alla parità di genere e al rispetto reciproco ( ti consiglio di dedicare cinque minuti ad ascoltare cosa dice in proposito la docente di pedagogia sociale Irene Biemmi in questo video ) .

Modificare questa codificazione dei colori così radicata è difficile sicuramente, ma non impossibile. Dipende da noi genitori, dalla scuola, dalla società intera far comprendere ai nostri figli che i colori non sono etichette da affibbiare ma l’espressione potente della nostra interiorità.

Informazioni sull’autore


Sono Simonetta Viazzi, artigiana della carta e titolare di A Little Bit of Paper.

Realizzo explosion box e altre creazioni tutte rigorosamente in carta.

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